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SCONTRINI ERRATI: ecco come fare

Pubblicato da in Tutorial ·
Tags: tutorialregistratoredicassascontrinofiscalesagiservice
 
Capita molto spesso che, di fretta per la coda in cassa o distratti da un cliente che ci chiede un’informazione, digitiamo un importo sbagliato nello scontrino, magari con qualche zero in più e chiudiamo per cassa senza accorgercene!
 

Una volta chiuso lo scontrino non è possibile cancellare l’operazione, come non è possibile emettere uno scontrino con importo negativo!

Ecco allora cosa è necessario fare per essere in regola e non dover dichiarare ciò che non abbiamo venduto:
 
 
 
1. Trattenere lo scontrino sbagliato (non gettarlo, perché sarà la giustificazione della differenza tra la chiusura fiscale e l’importo registrato)
 2. Emettere lo scontrino corretto al cliente
3. Annullare con una penna lo scontrino sbagliato tracciando sul davanti una diagonale e scrivendo sul retro la dicitura “ANNULLATO PER ERRATA BATTITURA
4. Al momento della chiusura fiscale (che risulterà più alta dell’effettiva) annotare sul registro dei corrispettivi la chiusura effettiva (ottenendola sottraendo lo scontrino errato dall’importo stampato dalla cassa)
 
Quindi ad esempio se emettiamo per errore uno scontrino di 300.000,00 € e la chiusura fiscale risulta di 302.345,00€, l’importo da annotare nel registro dei corrispettivi sarà di 2.345,00€ (ovvero 302.345,00 - 300.000,00 €)

Qualora però vuoi portare a zero la possibilità di commettere questo tipo di errore, si può impostare un limite alle battute sui reparti, in base alla cifra che ritieni più consona per la tua attività. >>>Contattaci!
 
 
 



Registratori di cassa: è cessato dal 2014 l’obbligo di comunicazione cartacea

Pubblicato da in Leggi e normative ·
Tags: comunicazioneregistratoredicassainstallazionemessainservizioagenziadelleentrateverificaperiodica


















La notizia non è recente, ma la riportiamo per le numerose richieste di clienti e commercialisti dell’ultimo periodo.
 
E’ cessato ben 2 anni fa l’obbligo della comunicazione cartacea all’Agenzia delle Entrate dell’installazione, variazione o disinstallazione dei registratori di cassa.

 
Infatti col provvedimento Dell’Agenzia delle Entrate n. 2013/150227 sono stati definiti 2 punti:
 
-          Il primo è, appunto, la semplificazione riguardante gli adempimenti posti a carico dell’utente per cui la comunicazione relativa alla messa in servizio (installazione), disinstallazione (dismissione) e variazione dell’apparecchio misuratore fiscale è soppressa.
 
-          il secondo è relativo alla verificazione periodica, ovvero il controllo annuale dopo il quale si appone la targhetta verde sul registratore di cassa, che deve essere eseguita tassativamente alla prima installazione del registratore di cassa. La legislazione precedente prevedeva la possibilità che il registratore di cassa venisse installato presso il cliente senza eseguire nessun controllo sulla cassa. Questo però creava un “buco” di informazioni alla stessa Agenzia perché, non facendo la verifica, il laboratorio che installava la cassa non comunicava telematicamente l’intervento e quindi non risultava nessun registratore di cassa installato.
 
Perciò, in seguito ad un intervento di installazione, disinstallazione o variazione su un qualsiasi registratore di cassa fiscale, il laboratorio che effettua l’intervento dovrà solo annotare l’intervento nel libretto di dotazione fiscale. L’onere della comunicazione vera e propria è a carico del laboratorio che, trimestralmente, dovrà trasmettere il file degli interventi.



Pos obbligatori

Pubblicato da in Pos ·
Tags: bancomatpospagamentoelettronicoregistratoridicassa














Piccola rivoluzione nei pagamenti a partire dal 30 giugno: che si tratti della fattura dell’idraulico o della parcella del dentista, si potrà utilizzare ovunque la moneta elettronica, l’importante è che l’importo finale non sia inferiore ai 30 euro.

Questo implica che parrucchieri, notai, idraulici, falegnami e altre categorie di lavoratori che non ne sono ancora in possesso dovranno dotarsi del Pos.  Dopo un rinvio di sei mesi (sarebbe dovuta entrare in vigore il 31 dicembre scorso), entra dunque in vigore la norma secondo la quale imprese e lavoratori autonomi sono tenuti ad accettare i pagamenti superiori ai 30 euro anche attraverso le carte di debito.

Una novità che interessa milioni di imprese, artigiani, studi professionali in Italia e che ha scatenato le proteste di decine di associazioni di categoria, motivate in primo luogo dai costi e commissioni rilevanti, a fronte di importi non elevati, a tutto vantaggio dei circuiti finanziari. Secondo la Cgia di Mestre, il costo medio per impresa o studio professionale si aggirerà intorno ai 1.200 euro l’anno. “E con notevoli difficoltà – dice il segretario generale Cgia Giuseppe Bortolussi – per quelle attività che si svolgono fuori sede: idraulici, elettricisti, falegnami, antennisti, manutentori di caldaie, nonché dipendenti e collaboratori, spesso si recano singolarmente presso la dimora o l’immobile del committente. Questo comporta che ciascun dipendente e collaboratore dovrà essere dotato di un Pos. Il legislatore ha idea di quali costi dovranno sostenere queste aziende?”.

Si potrebbe dire che comunque la norma scatta a metà: per le attività che non si doteranno di Pos, infatti, non è prevista alcunasanzione. “La mancata installazione del terminale Pos non produce un inadempimento sanzionabile”, affermano i consulenti del lavoro. Di conseguenza, “non c’è nessun obbligo di installazione del Pos a carico dei professionisti”. “La norma, nata per esigenze di tracciabilità e di lotta all’evasione – spiega Mauro Pagani, responsabile delle Politiche industriali della Cna – in questo modo scarica sul rapporto cliente privato-impresa o professionista il conflitto d’interesse per innescare un processo virtuoso: mi conviene avere il Pos pena la perdita del cliente”. Nonostante le imprese avessero chiesto un tavolo di mediazione e un’introduzione graduale della norma, dopo un primo rinvio al 30 giugno l’unico limite previsto dal provvedimento, rivolto a tutte le attività economiche indipendentemente dal fatturato, è quello dell’importo superiore a 30 euro.

Nelle previsioni, la novità dovrebbe far raddoppiare il numero di imprese con moneta elettronica. “La rete italiana di Pos e Atm – evidenziano fonti di settore – sono una realtà con numeri in crescita anche se ancora lontani da paesi come Francia o Gran Bretagna. Attualmente ci sono 1,4 milioni di Pos e 34 milioni di carteBancomat che salgono a 90 se si aggiungono quelle di credito o le prepagate. Anche le transazioni sono in aumento. Per quanto riguarda i costi, questi sono di pertinenza delle singole banche anche se ultimamente si stanno registrano numerose offerte commerciali. L’utilizzo – affermano – è una questione culturale che ci distanzia ancora dagli altri paesi europei”.

(fonte articolo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/27/pagamenti-dal-30-giugno-pos-obbligatorio-per-imprese-e-lavoratori-autonomi/1041958/)




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